MARCO DI STEFANO
01/06/2021
È la mia seconda volta a Polistena. Con La Confraternita del Chianti abbiamo portato, nel gennaio
2017, la nostra Bottega del Caffè all’Auditorium Comunale. Quell’anno il progetto di Dracma si
chiamava “del Bello perduto”. Mi torna in mente mentre salgo sul treno che mi porterà in Calabria.
Mi sembra uno spunto più attuale che mai, in questo tempo di pandemia. Ritrovare il bello perduto.
E con questo i contenuti, il dialogo, il senso profondo del nostro fare teatro. Ho molte aspettative su
questa residenza. Artistiche, certo, ma soprattutto umane. Ho un ricordo stupendo, della mia prima
volta a Polistena, soprattutto delle discussioni sincere e appassionate con Andrea Naso, direttore
artistico di Dracma, e dell’accoglienza fuori dal comune che tutti ci hanno riservato, pubblico
compreso. Sono contento che il nostro Leviatano passi anche da qui, da queste persone lontane
geograficamente, ma vicine alla mente e al cuore.
Mi addormento e lascio che il treno faccia il suo dovere, portandomi a destinazione la mattina
seguente.
Mi sveglio mezz’ora prima di arrivare alla stazione di Rosarno, dove viene a prendermi Angelo,
organizzatore da poco in forza a Dracma. Fin da subito entriamo in confidenza parlando di barbecue
e spiagge (il giorno di pausa stabilito con gli attori andrà riempito in qualche modo, no?).
A Polistena mi aspettano Andrea e Mariella. E la loro accoglienza è calorosa come me la ricordavo.
Tra un caffè e l’altro ci confrontiamo sull’ultimo anno, su come sia stato diverso – o meno – viverlo
agli antipodi del Paese. Ho la sensazione di un dialogo mai interrotto in questi quattro anni. So che
qui mi sentirò sempre a casa perché sono tra persone che riconosco e che mi riconoscono come
simile. E sono felice di potermi confrontare con loro su uno spettacolo che sta ancora nascendo.
Mi sposto in teatro dove mi aspetta Giuseppe, il tecnico. Insieme capiamo come allestire il tutto nel
modo migliore possibile: l’Auditorium Comunale è esattamente come lo ricordavo. Non mi resta
che aspettare gli attori.
A distanza di quattro anni sono ancora qui. Il mondo è cambiato, nel frattempo. Ma è bello sapere
che alcune cose resistono immutate nel tempo.
D’altronde, quest’anno il progetto di Dracma si chiama “rEsistenze”. E “rEsistere” insieme è un po’
più facile. E soprattutto divertente.